martedì 18 giugno 2013

Miele di castagno del Monte Gemola

Castagni del Gemola con lo sfondo del Monte Rusta
Sono parzialmente fiducioso

nel modesto ma continuo raccolto di nettare e polline dai castagni del Monte Gemola.
Circa un mese fa eravamo molto preoccupati per un classico dell'apicoltura nei Colli Euganei, come il miele di Castagno, a causa del Cinipide; il famigerato insetto sembrava infatti aver messo in ginocchio anche i castagni più forti.
Ma, come vi dicevo, dopo varie visite ai castagni della zona sud dei colli come la zona del Gemola e del Rusta, ho scoperto che sono in fiore e che nonostante tutto sono visitati dalle api.
Sui fiori e sulle foglie non si può fare a meno di notare per il secondo anno consecutivo, anche le fastidiose cavallette aliene; i loro colori sgargianti le fanno sembrare così futuristiche da poterle soprannominare "aliene".
Tornando al castagno ci troviamo nel mezzo della fioritura che dovrebbe quindi continuare per almeno tutta la settimana se il bel tempo ed il caldo africano di questi giorni permane.
Quando ci si avvicina agli alveari si viene accolti, dal classico profumo del polline , tipicamente  di frutta matura, segno che le bottinatrici continuano a visitarne le infiorescenze. Riuscira' questa discreta fioritura a riempire i nidi di scorte per l'inverno e i melari per le nostre dispense?
Spero di sì visto il magro raccolto dell'acacia. Aspettiamo di vedere e soprattutto di sentire il peso delle arnie...

A presto e buona estate

Cavalletta "Aliena" su foglia di Robinia

sabato 1 giugno 2013

Aspettando il tiglio

In attesa che fiorisca il tiglio, guardiamo il cielo e speriamo che le perturbazioni lascino spazio al sole. Purtroppo l'estate tarda ad arrivare e quindi siamo costretti ad alimentare le api e soprattutto i molti sciami con sciroppo di acqua e zucchero. Io personalmente lo preparo sciogliendo a caldo ed in parti uguali acqua e zucchero bianco. Mescolo questa soluzione sul fuoco lento finché tutto lo zucchero si è sciolto. Aggiungo mezzo bicchiere di aceto di vino, ma potrebbe andare bene anche quello di mele, ogni 2 litri di sciroppo per acidificare.
Certo, non è il modo migliore per aiutare le nostre api, ma piuttosto che vederle morire, si può solo fare così.
Tra i filari di lavanda officinale ho notato anche i primi timidi fiorellini, segno che tra poco anche le spighe di questa generosa pianta inizieranno ad offrire il loro nettare alle api ed agli altri pronubi.
In attesa della bella stagione, non mi resta che raccomandarvi di continuare a consumare miele per scongiurare mal di gola, tosse, ecc.

A presto

L'apicoltore
Alberto