lunedì 17 gennaio 2011

Api tra le nebbie




Cari amici
il generale inverno continua a distendere il suo freddo mantello sulle nostre vite, sulle nostre attività ed anche sulle nostre api.
Malgrado tutto la vita nell'alveare continua e le api, protette dalla calda arnia di legno e con le abbondanti scorte di miele, aspettano il ritorno della primavera. In realtà si accontentano anche di un debole raggio di sole per uscire a purificarsi e magari raccogliere un po' di polline dal nocciolo.
Qualche nocciolo esposto a sud, è già in fiore e tra poco lo saranno tutti i noccioli dei colli.
Ieri pomeriggio con Elisa siamo andati in collina per fare una visita all'apiario e vedere come va la vita negli alveari. Abbiamo innanzitutto pulito i fondi delle arnie dalle api morte durante questi mesi; questo lavoro è importante per evitare lo sviluppo di malattite, ed è stato possibile raschiare le reti dal proproli che hanno messo: questo servirà a far cadere meglio la varroa ed a far circolare l'aria.
Terminato il lavoro e sfuttando una mezzoretta di sole abbiamo aperto qualche casetta per vedere se hanno scorte a sufficienza (un bravo apicoltore dovrebbe constatarlo sollevando leggermente e soppesando l'arnia).
Le famiglie con poche scorte di miele sono state aiutate con il miele di famiglie più ricche, ed i telaini con le api agglomerate sono stati spostati verso il centro, in modo tale che tra poco potremo dare il candito per l'alimentazione invernale; sono stati tolti i favi vuoti dalle posizioni esterne per ridurre lo spazio sul quale le api si spostano e per evitare che l'umidità che si condensa nelle zone esterne (e quindi più fredde) ammufisca la cera e renda quindi inutilizzabile il lavoro fatto dalle nostre amiche volanti.
Tarminato il lavoro abbiamo constatato la morte di una famiglia, probabilmente per mancanza di miele di scorta, e che le api sono sostanzialmente in buona salute. I trattamenti antivarroa hanno funzionato ed i vassoi erano strapieni di questi fastidisi parassiti.
Naturalmente stiamo aspettando un po' di sole che asciughi l'umidità che ci sta affliggendo da qualche mese e che in questi giorni particolari di inversione termica, riscalda solo gli strati più elevati dell'atmosfera.
Oggi pomeriggio, ho voluto andare a cercare questo debole sole di gennaio sulla cima del monte Venda con un amico e superata la cortina nebbiosa abbiamo scoperto la meraviglia dei colli euganei che emergono dalle nebbie. Qualcuno li chiamava "isole senza mare"...

Vi regalo un'immagine meravigliosa del Monte Cero e Rusta, visti dal Monte Venda. Ricordatevi che sopra di noi c'é ancora il sole!

Alberto

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