Mieleria artigianale dei Colli Euganei - di Alberto e Alessandro - email: apis.amica@gmail.com
venerdì 23 marzo 2012
Mandorli in fiore
Vorrei iniziare questo post con una graziosa foto del mandorlo in fiore che si trova vicino all'apiario. La primavera ci sta regalando preziose fioriture nei parchi pubblici come nelle campagne e sui colli. Nuvole bianche sono i numerosi mandorli che sulle pendici ancora brulle dei colli offrono bellezza per chi guarda e sono prezioso nutrimento per le api che ne ricavano polline e nettare.
Ma andiamo alla situazione delle famiglie che si risvegliano dall'inverno, sotto i forti e generosi raggi solari che portano la temperatura intorno ai 20° durante le ore più calde. Una stagione che si apre sotto il segno della siccità, preoccupa non solo gli agricoltori ma anche gli apicoltori, consapevoli che se le piante soffrono la mancanza d'acqua anche le produzioni di miele potrebbero essere a rischio. L'amico Adriano mi ricorda il detto popolare "luna settembrina, sette ne indovina" ovvero la situazione meteo di settembre si protrae per sette mesi. In teoria nel mese di marzo scade questa "maledizione" e forse in aprile arriveranno le prime vere piogge primaverili. Ce lo auguriamo.
Le api hanno incominciato ad allevare la covata, compresa quella da fuco ed è questo il momento più adatto per fare gli sciami e rimpiazzare le numerose perdite subite a causa della varroa. Anch'io ho iniziato a fare gli sciami con le famiglie più forti e quelle più deboli sono aiutate mediante aggiunta di favi di covata opercolata. Nel caso di regine poco operative si procede all'eliminazione (purtroppo) e si lascia alle api l'onere di allevarne una di nuova.
L'esperimento di fornire covata fresca con uova e larve, come indicato nel precedente post, non ha prodotto effetti positivi, nel senso che le regine che sono nate non sono state in grado di fecondarsi per la mancanza di fuchi (vedi post di TroppoBarba).
Ora i lavoro in apiario diventa sempre maggiore, si può iniziare ad utilizzare la sceratrice solare per sciogliere i favi vecchi e deformati (ne sciolgo uno al giorno).
Non mi resta che controllare le scorte di fogli cerei in magazzino e di porli nell'arnia non appena il tarassaco inizierà la fioritura, avendo cura di inserire il foglio tra favi di covata opercolata.
Buon inizio ai nuovi apicoltori e soprattutto, buona stagione!
Alberto
lunedì 27 febbraio 2012
Fine dell'inverno?
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Api sul favo con le cestelle cariche di polline |
Sabato 25, sono stato in apiario sui Colli Euganei ed ho approfittato delle temperature primaverili per una prima visita alle mie arnie.
17°C diceva il termometro della mia Ford, ed in effetti per il caldo ho tolto la giacca e mi sono messo la maschera. Il candito che avevo messo nelle settimane scorse qualche famiglia lo sta divorando, mentre altre sembrano non interessarsi troppo al nutriente alimento.
La maggior parte delle famiglie d'api occupa dai 3 al massimo 6 favi; le api sono molto deboli e la regina ha da poco iniziato a deporre, mentre in quelle forti è possibile scorgere anche della covata di qualche settimana. Naturalmente il clima favorevole di questi giorni ha dato una forte spinta allo sviluppo.
Speriamo che non ci siano ritorni di freddo, pericolosi per l'incapacità delle api (visto il numero ridotto) di proteggere le larve e le ninfe. La varroa sembra avere concesso una tregua, sul corpo delle api non ne ho viste, come invece se ne vedono sul vassoio in basso.
Tre arnie erano senza regina, quindi ho provveduto a prelevare dalle sorelle vicine della covata fresca e uova che le orfane proveranno ad allevare per farle regnare nella loro casa.
Tra qualche settimana potremmo cominciare a fare i nuclei ed intuire come sarà l'annata...Buona primavera a tutti!
bzz, bzz...
mercoledì 14 dicembre 2011
Natale 2011 con Apis Amica ...
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lunedì 5 dicembre 2011
Archeologia del miele
Vi propongo un'interessante recensione di un libro che non dovrebbe mancare nello scaffale di un apicoltore...
Per chi ha amato il IV libro delle Georgiche, per chi vuole avvicinarsi a un argomento archeologico poco trattato, per chi compie studi specifici di settore, questo libro rappresenta uno strumento utilissimo e agile di approfondimento e di scoperta. L'autrice affronta la storia e l'archeologia del miele e dell'apicoltura in maniera globale, dalle prime tracce a noi note dell'interesse dell'uomo verso il prezioso prodotto delle api fino all'attività apicola nel Medioevo, esaminando tutte le categorie di fonti in nostro possesso (archeologiche, iconografiche, letterarie, etnologiche) e soffermandosi non solo sulle diverse tecniche di allevamento delle api e di raccolta ed estrazione del miele sviluppate nei secoli, ma anche sugli svariati impieghi che il miele ha avuto nell'antichità, dal mondo egizio fino all'età medievale. Insieme alimento dalle eccezionali virtù nutritive, conservante per i cibi e le sostanze organiche, disinfettante, medicinale, cosmetico, addirittura ingrediente coadiuvante nell'arte orafa, la preziosa sostanza colore dell'oro ha anche avuto un importante peso simbolico e sacrale, fino ad essere indicata come il cibo prediletto dagli dei: in questo pregevole volume ne viene ripercorsa la storia, in una trattazione ineccepibile dal punto di vista scientifico, e gradevolissima nel tono della narrazione. Completano il volume un efficace e curato apparato iconografico e un'utilissima appendice con la trascrizione integrale di tutte le fonti letterarie ed epigrafiche utilizzate nel testo.
Mirco Mungari
Per chi ha amato il IV libro delle Georgiche, per chi vuole avvicinarsi a un argomento archeologico poco trattato, per chi compie studi specifici di settore, questo libro rappresenta uno strumento utilissimo e agile di approfondimento e di scoperta. L'autrice affronta la storia e l'archeologia del miele e dell'apicoltura in maniera globale, dalle prime tracce a noi note dell'interesse dell'uomo verso il prezioso prodotto delle api fino all'attività apicola nel Medioevo, esaminando tutte le categorie di fonti in nostro possesso (archeologiche, iconografiche, letterarie, etnologiche) e soffermandosi non solo sulle diverse tecniche di allevamento delle api e di raccolta ed estrazione del miele sviluppate nei secoli, ma anche sugli svariati impieghi che il miele ha avuto nell'antichità, dal mondo egizio fino all'età medievale. Insieme alimento dalle eccezionali virtù nutritive, conservante per i cibi e le sostanze organiche, disinfettante, medicinale, cosmetico, addirittura ingrediente coadiuvante nell'arte orafa, la preziosa sostanza colore dell'oro ha anche avuto un importante peso simbolico e sacrale, fino ad essere indicata come il cibo prediletto dagli dei: in questo pregevole volume ne viene ripercorsa la storia, in una trattazione ineccepibile dal punto di vista scientifico, e gradevolissima nel tono della narrazione. Completano il volume un efficace e curato apparato iconografico e un'utilissima appendice con la trascrizione integrale di tutte le fonti letterarie ed epigrafiche utilizzate nel testo.
Mirco Mungari
venerdì 11 novembre 2011
Le api dello zio Piero
Finalmente le piogge e l'autunno sono arrivati per dissetare i terreni, i pendii dei colli, i boschi ed i prati che per troppo tempo hanno subito la calura ed il secco.
Purtroppo le piogge sono arrivate ad abbeverare la terra in modo violento come un monsone, ed in Liguria l'acqua si è portata via la vita delle persone; l'acqua è scesa violenta dalle montagne e si è incanalata con forza sempre maggiore, nelle stradine delle "Cinque Terre", trascinando con sé tutto quello che incontrava.
Viene quindi da chiedersi, in queste manifestazioni della natura, come sia potuto accadere.
Non è semplice risalire alle cause anche se i sospetti vanno sicuramente all'abusivismo edilizio, come alla mancanza di manutenzione degli alvei dei torrenti, dei canali o dei "calti" come li chiameremmo qui nei Colli Euganei.
Non è semplice risalire alle cause anche se i sospetti vanno sicuramente all'abusivismo edilizio, come alla mancanza di manutenzione degli alvei dei torrenti, dei canali o dei "calti" come li chiameremmo qui nei Colli Euganei.
Io credo che questi fenomeni "monsonici" siano generati da un clima che sta cambiando e che proprio a causa delle attività umane stanno diventando sempre più frequenti e violenti.
Basti ricordare quello che è successo nella bassa padovana giusto un anno fa.
Basti ricordare quello che è successo nella bassa padovana giusto un anno fa.
Trascinato via da questa vita è stato anche lo zio Piero, che ad 86 anni, dopo una vecchiaia serena e vicina a figli e nipoti può ora mettersi a guardarci e magari sorridere alle nostre corse quotidiane, ai nostri affanni ed alla nostra perenne rincorsa della felicità.
Credo che se potesse parlarci, ci direbbe qualcosa del tipo:"...prendetevi più tempo per osservare una pianta che cresce, un innesto ben riuscito sul ciliegio, per coltivare l'orto e per seguire il volo delle operose api."
Ecco, voglio ricordarlo così lo zio che mi fece scoprire il mondo delle api, e che mi raccontava di quando le api sono molto stanche, si fermano su rami degli alberi per riposare la notte per poi ritornare all'arnia alle prime luci dell'alba.
Grazie Piero
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