mercoledì 20 giugno 2012

Si va in montagna


Ciao

come anticipato si va in montagna. Dove? A Erto, in una valle impervia e lussureggiante di flora alpina! Infatti non appena le famiglie finiranno di bottinare lavanda e raccogliere la melata, porteremo a fine luglio le arnie al fresco delle dolomiti friulane.
La produzione sperimentale di miele di montagna, dovrebbe garantire un ottimo millefiori composto da flora spontanea tipica delle alpi come il rododendro e la melata di abete rosso e bianco, dal tipico colore scuro e dal retrogusto molto particolare. Staremo a vedere, o meglio ad assaggiare il risultato di tanta fatica.
Sicuramente anche le api potranno lavorare molto meglio e potranno evitare la fase acuta della calura estiva, che in questi giorni ci sta regalando delle temperature record.
Perciò se ci volete seguire, mettete gli scarponi e prendete pure lo zaino.

Bzz

giovedì 31 maggio 2012

Il tiglio fiorisce e la scuola finisce...


Ciao a tutti

che bella la fioritura del tiglio! Non solo perché emana un profumo inebriante per gli uomini e le api che passeggiano lungo viali e parchi, ma anche perché quando il tiglio apre i suoi fiorellini la fine della scuola è vicina. Come insegnante posso dire che anche i docenti sentono nell'aria la fine di un anno di lavoro, anche se tra poco si dovrà lavorare per le pagelle e per qualche studente saranno dolori...
Ma torniamo alla fioritura.
Se il tempo regge avremo ancora 15 giorni di nettare e polline per rinforzare il nido, riempire i melari (purtroppo un po' magri) e magari fare qualche nuova famiglia.
Sui Colli Euganei il tiglio rimane l'ultima fioritura, data la rovina dei castagni a causa del cinipide, perciò chi ci riesce ed è organizzato conviene caricare il furgone e portare le api su pascoli più felici, magari in montagna così non avete più scuse per non andare in vacanza...
E così a fine giugno porterò le api a fare rododendro e melata di abete, dove? Per ora non lo dico ma vi assicuro che sarà una sorpresa!
Volevo poi ringraziare tutti quelli che ci sono venuti a trovare al banchetto alla "Festa dei Bisi" di Baone (PD) dove abbiamo parlato tantissimo con curiosi del mondo dell'alveare, e dove abbiamo incontrato persone che apprezzano i prodotti naturali e il lavoro paziente e certosino dell'apicoltore.
Tra poco vi dirò dove avremo il banchetto con tutti i prodotti dell'Apis Amica!
A presto.

Alberto ed Elisa

mercoledì 16 maggio 2012

Finita l'acacia

Ape su grappolo d'acacia

Questa primavera pazzerella, non mi fa capire più niente! Prima caldo estivo ora freddo, pioggia e vento, ma cosa sta succedendo? Questi sbalzi d'umore del meteo sono normali per la primavera, ma gli animali e gli uomini (soprattutto gli uomini) si lamentano delle bizzarrie del tempo che talvolta guasta i programmi.
Per gli apicoltori questa ultima sferzata di fresco ha sicuramente fatto concludere la stagione dell'acacia, che anche quest'anno ci ha regalato per 20 giorni profumi intensi e quantitativi di nettare prezioso. Non tutto il nettare è stato portato al melario, vista la necessità di rinforzare le scorte delle famiglie e dei nuclei appena formati. Quindi chi ci riesce, conviene portare le famiglie dove le acacie sono ora in fioritura (nella pedemontana o nelle vallate alpine dove ci sono boschi di robinia), gli altri non possono fare altro che prepararsi al tiglio e chissà se ci regalerà un'altra annata come quella scorsa.

Buon raccolto a tutti

mercoledì 18 aprile 2012

Pericolosi ritorni di freddo

Finalmente è arrivata la pioggia, ma con essa è anche arrivato il freddo.
Cosa comporta per gli alveari? I ritorni di freddo sono dannosi per la covata, soprattutto quella che si trova nella zona periferica del favo (nella parte inferiore) e determinano la morte delle larve e delle ninfe.
Se sono presenti celle reali, anche queste soffrono e alla nascita le nuove regine si presentano più piccole e meno produttive. In queste condizioni, non riescono a fare il volo nuziale e quindi non riescono a fecondarsi. Se non si fecondano entro pochi giorni dalla nascita, non lo faranno più e rimarranno vergini, con conseguenze disastrose per la famiglia.
Personalmente ho preparato una decina di regine che però non sono state fecondate e dovrò "farne" delle altre. Il raccolto dell'acacia è a rischio non solo perchè il brutto tempo comporta problemi per la raccolta del nettare, ma anche perchè non ci saranno famiglie forti in grado di bottinare il prezioso miele.
Il bello dell'apicoltura, e di tutte le attività agricole, è che ogni anno si presentano situazioni molto diverse che devono essere interpretate e risolte in modi sempre diversi e soprattutto intelligenti. Chi non riesce ad interpretare le variabili del mondo naturale e ad elaborare nuove strategie non otterrà dei buoni risultati ma non si deve scoraggiare, ma anzi tenere presente la lezione e ricordarlo la prossima volta!
Ci sentiamo presto.
Buona acacia e buone regine a tutti!

Alberto

venerdì 23 marzo 2012

Mandorli in fiore



Vorrei iniziare questo post con una graziosa foto del mandorlo in fiore che si trova vicino all'apiario. La primavera ci sta regalando preziose fioriture nei parchi pubblici come nelle campagne e sui colli. Nuvole bianche sono i numerosi mandorli che sulle pendici ancora brulle dei colli offrono bellezza per chi guarda e sono prezioso nutrimento per le api che ne ricavano polline e nettare.
Ma andiamo alla situazione delle famiglie che si risvegliano dall'inverno, sotto i forti e generosi raggi solari che portano la temperatura intorno ai 20° durante le ore più calde. Una stagione che si apre sotto il segno della siccità, preoccupa non solo gli agricoltori ma anche gli apicoltori, consapevoli che se le piante soffrono la mancanza d'acqua anche le produzioni di miele potrebbero essere a rischio. L'amico Adriano mi ricorda il detto popolare "luna settembrina, sette ne indovina" ovvero la situazione meteo di settembre si protrae per sette mesi. In teoria nel mese di marzo scade questa "maledizione" e forse in aprile arriveranno le prime vere piogge primaverili. Ce lo auguriamo.
Le api hanno incominciato ad allevare la covata, compresa quella da fuco ed è questo il momento più adatto per fare gli sciami e rimpiazzare le numerose perdite subite a causa della varroa. Anch'io ho iniziato a fare gli sciami con le famiglie più forti e quelle più deboli sono aiutate mediante aggiunta di favi di covata opercolata. Nel caso di regine poco operative si procede all'eliminazione (purtroppo) e si lascia alle api l'onere di allevarne una di nuova.
L'esperimento di fornire covata fresca con uova e larve, come indicato nel precedente post, non ha prodotto effetti positivi, nel senso che le regine che sono nate non sono state in grado di fecondarsi per la mancanza di fuchi (vedi post di TroppoBarba).
Ora i lavoro in apiario diventa sempre maggiore, si può iniziare ad utilizzare la sceratrice solare per sciogliere i favi vecchi e deformati (ne sciolgo uno al giorno).
Non mi resta che controllare le scorte di fogli cerei in magazzino e di porli nell'arnia non appena il tarassaco inizierà la fioritura, avendo cura di inserire il foglio tra favi di covata opercolata.
Buon inizio ai nuovi apicoltori e soprattutto, buona stagione!


Alberto