sabato 24 aprile 2010

E' ora di mettere i melari?

L'Apis AmicA ha provveduto giovedì 22 aprile, a posizionare sopra le numerose arnie i melari per la raccolta del miele.
Cosa raccoglieranno in questi giorni? Quando fiorirà l'acacia? Che clima ci aspetta nei prossimi giorni?

Queste sono le domande che ogni apicoltore professionista ed hobbista si pone quando la primavera inizia a far rinverdire le piante, e che determinano un po' di preoccupazione sulla data precisa di collocamento dei melari.
Ma vediamo a che punto siamo con le fioriture e proviamo a fare alcune considerazioni.
In questi giorni le fioriture di colza si mostrano con il giallo intenso, tipico di questa stupenda pianta, che è visitata dalle api in quanto ricca di nettare e polline.
Per le api è un ottimo bottino per rimpolpare i favi vuoti di scorte e nutrire quindi le giovani api, ma la colza costituisce un problema per chi vuole raccogliere la preziosa acacia; se nei melari viene stoccata la colza ed in seguito l'acacia si rischia infatti di miscelare un miele delicato come quello di acacia con uno da profumo sgradevole che sa di "piedi sudati" (la colza) e quindi ottenere un miele dalle caratteristiche non perfette, e quindi meno gradito ai consumatori.
La colza inoltre determina una precoce cristallizzazione e quindi il miele risulta più difficile da lavorare e da estrarre dai favi, mediante la centrifugazione.
In sostanza, se mettiamo i melari molto tempo prima della fioritura delle robinie, rischiamo di far depositare alle api un po' di colza; per contro se ritardiamo con i melari si rischia di far perdere alle api qualche prezioso giorno di fioritura dell'infestante più cara agli apicoltori (l'acacia).

Davanti a questi interrogativi l'apicoltore sceglie sulla base della propria esperienza il momento migliore per la posa dei melari, e nel nostro caso l'esperienza ci ha insegnato che è meglio fare questa operazione qualche giorno prima per permettere alle api di prendere confidenza con il nuovo spazio posto sopra di loro (il melario) e di iniziare a pulire e preparare i favi al nuovo nettare (l'acacia).
E se qualche goccia di nettare di colza finisse negli alveoli, non butteremo di certo il prezioso lavoro delle api!
Tra poco comunque la colza terminerà la fioritura per lasciare posto all'acacia e quindi per le api inizierà il lavoro più atteso e delicato dell'anno.
A presto

Alberto

sabato 17 aprile 2010

Appunti dall'apiario

Ho concluso in questi giorni le visite agli alveari, per vedere a che punto sono le nostre api con lo sviluppo del nido e, per capire se sono attive e pronte per la raccolta dell'acacia.
Il foglio cereo che è stato inserito tra il 28 ed il 29 marzo scorso, quindi 17-18 giorni fa, è stato completamente costruito dalle famiglie più forti, mentre quelle deboli lo hanno costruito solo in parte.
La fioritura del tarassaco ha aiutato molto quest'operazione ed ora che i fiori non ci sono più, perché hanno ceduto il posto ai "soffioni", l'aggiunta di un telaio da costruire non procederà con la stessa velocità.
Comunque la situazione è questa: ci sono alcune famiglie molto forti ed in grado di raccogliere il nettare della robinia pseudoacacia, e ci sono altrettante famiglie che non sono sufficientemente sviluppate sia come covata che numero di operaie.
E' necessario quindi operare il "bilanciamento" delle forze asportando favi di covata opercolata dalle arnie più popolose a favore di quelle più povere come numero di api, in modo tale che la situazione sia generalmente equilibrata e permetta quindi l'aggiunta del melario per la settimana prossima.
Purtroppo le api non sono ancora pronte per i grandi raccolti, anche a causa dell'inverno e della primavera molto freddi e piovosi che non hanno permesso una rapida crescita delle famiglie d'api e che hanno richiesto moltissimo nutrimento (glucosio e candito) per uscire dai mesi più freddi dell'anno.
Le acacie cominceranno ad esporre i loro succosi grappoli già dal 24 - 25 aprile e quindi è necessario provvedere alla preparazione dei melari e, naturalmente al controllo delle celle reali che inizieranno tra poco a farsi vedere ai margini dei favi.
Per gli apicoltori inizia un periodo di grande lavoro e non devono farsi cogliere impreparati anche da eventuali sciami che potranno trovarsi davanti una volta arrivati in apiario; bisogna rispolverare i pigliasciami ed i nuovi telaini per accogliere le famiglie di api aggrappate sugli alberi, o peggio nei cassonetti delle tapparelle avvolgibili delle abitazioni!
Auguro a tutti gli apicoltori un buon lavoro ed una proficua raccolta di miele.

Ciao

lunedì 12 aprile 2010

Le api possono morire d'amore per un fiore


Le api possono morire d'amore per un fiore.
Le api possono morire d'amore.
Le api possono.
Così ci narra Maxence Fermine, autore del poetico libercolo "L'apicoltore", e posso assicurarvi che è vero!
Come, vi chiederete voi?
Ebbene, durante le fioriture importanti come quella dell'acacia (dovrebbe fiorire tra una decina di giorni) le api lavorano così intensamente sui fiori e fanno così tanti viaggi dall'arnia al pascolo che trascurano la propria salute e stremate muoiono!
Muoiono perché il loro obbiettivo è raccogliere più nettare e polline possibile; pensate che, mio zio Piero mi raccontava che vedeva nelle sere di maggio le api esauste dal lavoro incessante, riposare sui grappoli dell'acacia per poi raggiungere le arnie al mattino presto. Non è incredibile?
Dopo il lavoro della bottinatrice (deriva da "bottino"), se l'operaia sopravvive diventa guardiana ed è pronta a sacrificare la propria vita per la propria famiglia e sono guai, se un'ape di un'altra famiglia si avvicina! Vi chiederete a questo punto, che vita è quella di questo operoso insetto se, in età adulta lavora giorno e notte con il rischio di essere mangiato anche da qualche volatile e per ricompensa gli spetta una vecchiaia da soldato! Beh, posso solo dire che risposte precise non ce ne sono e proprio per questo ho deciso di vivere da vicino la vita di questi imenotteri, che sembra abbiano preso alla lettera le parole di Dio: "Andate e moltiplicatevi !".
Sì perché l'ape è l'unico insetto che sopravvive con la sua famiglia anche d'inverno e durante la primavera, mediante sciamatura origina una nuova famiglia a partire da quella originale.
In questi giorni incominciano i controlli della sciamatura, mediante ispezione dei favi per eliminare le celle reali, che daranno alla luce le nuove regine e quindi i nuovi sciami. Questa cruenta operazione va eseguita per salvaguardare la produzione di miele, che in caso di sciamatura viene interrotta perché viene a mancare metà della forza lavoro disponibile.
L'apicoltore molte volte lascia le celle reali per incentivare la sciamatura e creare così delle nuove famiglie che nell'anno successivo saranno ovviamente in grado di produrre miele in quantità.
Per quanto riguarda l'andamento di questa primavera, vi porto la foto di un'ape sul tarassaco scattata lunedì 5 aprile, a Valle San Giorgio di Baone, durante una passeggiata.
Tra poco il tarassaco darà posto all'acacia e così inizierà il vero lavoro!
Seguiteci con i nostri lavori, e se siete in zona venite a salutarci!
Bzz, bzz.