Ho concluso in questi giorni le visite agli alveari, per vedere a che punto sono le nostre api con lo sviluppo del nido e, per capire se sono attive e pronte per la raccolta dell'acacia.
Il foglio cereo che è stato inserito tra il 28 ed il 29 marzo scorso, quindi 17-18 giorni fa, è stato completamente costruito dalle famiglie più forti, mentre quelle deboli lo hanno costruito solo in parte.
La fioritura del tarassaco ha aiutato molto quest'operazione ed ora che i fiori non ci sono più, perché hanno ceduto il posto ai "soffioni", l'aggiunta di un telaio da costruire non procederà con la stessa velocità.
Comunque la situazione è questa: ci sono alcune famiglie molto forti ed in grado di raccogliere il nettare della robinia pseudoacacia, e ci sono altrettante famiglie che non sono sufficientemente sviluppate sia come covata che numero di operaie.
E' necessario quindi operare il "bilanciamento" delle forze asportando favi di covata opercolata dalle arnie più popolose a favore di quelle più povere come numero di api, in modo tale che la situazione sia generalmente equilibrata e permetta quindi l'aggiunta del melario per la settimana prossima.
Purtroppo le api non sono ancora pronte per i grandi raccolti, anche a causa dell'inverno e della primavera molto freddi e piovosi che non hanno permesso una rapida crescita delle famiglie d'api e che hanno richiesto moltissimo nutrimento (glucosio e candito) per uscire dai mesi più freddi dell'anno.
Le acacie cominceranno ad esporre i loro succosi grappoli già dal 24 - 25 aprile e quindi è necessario provvedere alla preparazione dei melari e, naturalmente al controllo delle celle reali che inizieranno tra poco a farsi vedere ai margini dei favi.
Per gli apicoltori inizia un periodo di grande lavoro e non devono farsi cogliere impreparati anche da eventuali sciami che potranno trovarsi davanti una volta arrivati in apiario; bisogna rispolverare i pigliasciami ed i nuovi telaini per accogliere le famiglie di api aggrappate sugli alberi, o peggio nei cassonetti delle tapparelle avvolgibili delle abitazioni!
Auguro a tutti gli apicoltori un buon lavoro ed una proficua raccolta di miele.
Ciao
Mieleria artigianale dei Colli Euganei - di Alberto e Alessandro - email: apis.amica@gmail.com
sabato 17 aprile 2010
lunedì 12 aprile 2010
Le api possono morire d'amore per un fiore

Le api possono morire d'amore per un fiore.
Le api possono morire d'amore.
Le api possono.
Così ci narra Maxence Fermine, autore del poetico libercolo "L'apicoltore", e posso assicurarvi che è vero! Come, vi chiederete voi?
Ebbene, durante le fioriture importanti come quella dell'acacia (dovrebbe fiorire tra una decina di giorni) le api lavorano così intensamente sui fiori e fanno così tanti viaggi dall'arnia al pascolo che trascurano la propria salute e stremate muoiono!
Muoiono perché il loro obbiettivo è raccogliere più nettare e polline possibile; pensate che, mio zio Piero mi raccontava che vedeva nelle sere di maggio le api esauste dal lavoro incessante, riposare sui grappoli dell'acacia per poi raggiungere le arnie al mattino presto. Non è incredibile? Dopo il lavoro della bottinatrice (deriva da "bottino"), se l'operaia sopravvive diventa guardiana ed è pronta a sacrificare la propria vita per la propria famiglia e sono guai, se un'ape di un'altra famiglia si avvicina! Vi chiederete a questo punto, che vita è quella di questo operoso insetto se, in età adulta lavora giorno e notte con il rischio di essere mangiato anche da qualche volatile e per ricompensa gli spetta una vecchiaia da soldato! Beh, posso solo dire che risposte precise non ce ne sono e proprio per questo ho deciso di vivere da vicino la vita di questi imenotteri, che sembra abbiano preso alla lettera le parole di Dio: "Andate e moltiplicatevi !".
Sì perché l'ape è l'unico insetto che sopravvive con la sua famiglia anche d'inverno e durante la primavera, mediante sciamatura origina una nuova famiglia a partire da quella originale.
In questi giorni incominciano i controlli della sciamatura, mediante ispezione dei favi per eliminare le celle reali, che daranno alla luce le nuove regine e quindi i nuovi sciami. Questa cruenta operazione va eseguita per salvaguardare la produzione di miele, che in caso di sciamatura viene interrotta perché viene a mancare metà della forza lavoro disponibile.
L'apicoltore molte volte lascia le celle reali per incentivare la sciamatura e creare così delle nuove famiglie che nell'anno successivo saranno ovviamente in grado di produrre miele in quantità.
Per quanto riguarda l'andamento di questa primavera, vi porto la foto di un'ape sul tarassaco scattata lunedì 5 aprile, a Valle San Giorgio di Baone, durante una passeggiata.
Tra poco il tarassaco darà posto all'acacia e così inizierà il vero lavoro!
Seguiteci con i nostri lavori, e se siete in zona venite a salutarci!
Bzz, bzz.
giovedì 18 marzo 2010
La primavera è iniziata

Ce ne siamo resi conto tutti, ormai l'inverno è stato archiviato! Si lo so, farà ancora freddo e ci saranno giornate con temperature basse al mattino presto, ma la stagione primaverile si sta facendo spazio ed anche le persone meno attente, se ne sono accorte.
Lunedì scorso, io ed Alessandro siamo stati in apiario a portare "la pappa" alle nostre api (ovvero il candito), e dalla postazione ho notato il mandorlo in fiore. Infatti, dove di solito parcheggio la macchina durante le visite agli alveari, e dove si vanno a posare gli sciami, si trova un piccolo mandorlo che si è fatto scaldare dai raggi del sole ed ha fatto uscire i primi fiori e sviluppare le gemme.
La fioritura del mandorlo è il secondo segnale che dà l'inizio alla bella stagione (vi ricordo che il primo è il nocciolo in febbraio), e da questo momento in poi le api cominciano a lavorare sempre di più per rinforzare le scorte di polline,per nutrire le giovani api ed aumentando velocemente di numero all'interno dell'alveare.
La crescita della famiglia deve essere naturalmente controllata dall'apicoltore, osservando il numero di favi di covata e di scorte, e nel caso in cui ci siano famiglie deboli, si deve provvedere a rinforzarle prelevando api e scorte da quelle più forti: in sostanza si effettua il bilanciamento delle famiglie.
Abbiamo trovato i nostri imenotteri piuttosto in forma, merito della nutrizione liquida dell'autunno scorso e di quella solida degli ultimi mesi, ma anche dei trattamenti anti varroa che hanno alleviato le sofferenze delle nostre amiche volanti da un fastidioso parassita come la Varroa Destructor.
Per chi non la conoscesse la Varroa, è un parassita che si attacca al corpo dell'ape e ne succhia l'emolinfa, procurando un indebolimento dell'ape e la trasmissione di virus che danneggiano le api. Uno di questi è il "virus delle ali deformi", che secondo studi di molti centri di ricerca, si trasmette con la Varroa e produce deformità alle api che non riescono a volare e quindi collaborare alla vita dell'alveare.
Tornando al lavoro dell'apicoltore, per adesso non c'è ancora molto da fare, e le operazioni sono prevalentemente per sistemare e preparare nuove arnie (il restauro delle vecchie arnie è uno degli hobby invernali più impegnativi), migliorare e sistemare l'apiario, magari tagliando qualche pianta fastidiosa e le erbacce infestanti come i rovi, oppure preparare i telaini nuovi inserendo i fogli cerei.
L'operazione di sostituzione dei favi vecchi è infatti essenziale per mantenere salubre l'arnia, ed il ricambio della cera è un'operazione che deve essere fatta da ogni buon apicoltore. Non è ancora il momento però di aggiungere i fogli cerei, bisognerà infatti attendere la fioritura del tarassaco (terzo segnale della primavera) che dovrebbe avvenire tra la fine di marzo e l'inizio di aprile.
L'interposizione di un foglio cereo tra i telaini di covata durante il tarassaco, mette a disposizione delle api nuovo materiale da costruzione che verrà riempito di uova dalla regina, per procurare nuove api pronte a bottinare sull'acacia a fine aprile.
Ma non corriamo troppo, stiamo con le zampette per terra e non pensiamo all'acacia, bensì a goderci questo cambio di stagione e per chi, come me, si fosse preso tardi con le semine dei piselli, a darci dentro con la motozappa ed il concime per preparare il terreno per uno dei legumi (secondo me) più buoni da portare in tavola!
Per ora le notizie dall'alveare sono finite, ci sentiamo alla prossima...fioritura!
Alberto
giovedì 11 febbraio 2010
Che sia un'inverno da castigo?

Cari amici
è da qualche tempo che non vi scrivo dall'apiario, ma oggi pomeriggio sono riuscito a trovare un momento per aggiornarvi; sono a casa ammalato con l'influenza e quindi ne approfitto per fare tutti quei lavoretti che normalmente non si ha mai tempo di fare.
Quindi oltre che preparare la propoli e sistemare il materiale apistico riesco in queste giornate da malato ad aggiornare il blog cioè, il filo diretto tra le api e voi voraci consumatori di miele.
Apro con questa polare fotografia che ritrae alcune arnie dopo la nevicata abbondante del 30-31 gennaio scorso, durante la quale è caduto sui colli e sulla pianura circostante un elegante manto bianco.
Domenica 31 gennaio, al mattino, mi sono recato in apiario per portare il candito alle api; per chi non lo sapesse il candito è un alimento solido a base zuccherina per la nutrizione invernale delle famiglie e che garantisce la sopravvivenza quando fuori è molto freddo e ci sono poche scorte all'interno dell'arnia. Le api, disposte a glomere al centro dell'arnia, spesso non riescono neppure a raggiungere le abbondanti scorte poste lontane dalla zona più calda, pertanto l'apicoltore depone un sacchetto da circa 1 kg di candito sopra al foro del coprifavo. Lentamente, il calore generato dalle api scioglie e rende più appetitoso l'alimento e incominciano a consumare il prezioso aiuto, che traghetterà la famiglia fuori da questo momento di freddo intenso.
Al termine del mio lavoro ho fatto qualche fotografia nei paraggi, documentando la bellezza dei luoghi ricoperti dalla neve; ho risalito il monte Gemola fino all'ex monastero, affondando gli scarponi nella neve fresca, e percorso la mia passeggiata preferita che, quando ho tempo, percorro al termine delle visite in apiario.
Sperando che i noccioli tornino a fiorire e ad essere visitati dalle api, vi saluto e vi do' appuntamento alla prossima notizia dal mondo delle api.
Buon inverno a tutti.
Alberto Manfrin
lunedì 21 dicembre 2009
Buone Feste

Ciao miele-dipendenti
ieri siamo stati in apiario per vedere le nostre arnie, dopo le abbondanti nevicate di questi giorni: il paesaggio che si apriva davanti ai nostri occhi, mentre si procedeva in direzione del Monte Gemola, era veramente da fiaba. Sembrava di essere in Finlandia!
Le api ci hanno chiesto di salutare ed augurare buone feste a tutti gli amanti del loro prezioso lavoro, così abbiamo pensato di salutarvi con un messaggio e con questo bel biglietto d'auguri...
Buone Feste
Alberto ed Elisa
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